La domenica era il giorno del pranzo nella casa dei nonni. Una casa diversa, con meno giocattoli e tanti oggetti dei grandi. Il pavimento era diverso. I programmi alla tv erano diversi. I disegni sui piatti a tavola erano diversi. La mamma, però, era sempre ai fornelli. C’era un profumo appena entravi in cucina che inebriava ogni tuo senso come essenza potente, una pozione magica capace di trasportarti lungo il tempo e per lo spazio. E lo ha fatto davvero, negli anni a venire.

Sugo. Ricordo il sugo nella pentola che borbottava energico, quasi a voler dire qualcosa. Prepotente. Il caldo, in quello spazio piccolo ma perfettamente organizzato. Il disordine dell’abbondanza e della quotidianità. Mia madre si destreggiava quasi danzando su se stessa in quel voltarsi freneticamente da un lato all’altro della piccola cucina, addomesticando come belve feroci tutte le masserizie sapientemente sfoderate per l’occasione. Le armi messe a rapporto pronte per la battaglia all’ultimo sfrigolio d’olio bollente.

Le Rossana avvolte nella carta rossa.

I santini nei cassetti dei comodini aperti di nascosto.

Il telefono a disco verde militare

e il sugo.

 

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Comunicazione è prima di tutto condivisioneCon-dividere.Prendere qualcosa, un tutto, un intero e non limitarsi a fruirne in solitaria bensì spartirlo, dividerlo con l’altro.
Credo nella comunicazione, nella condivisione. Nell’arte e nello scambio. Nell’incontro e nel confronto. Nell’ispirazione e nell’estensione delle idee. Nell’arricchimento continuo. Credo nella scrittura, nella musica e nelle parole.
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Maria Romana

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